Informazioni del Percorso
  • Bellezza: 4
  • Partenza: 45°51'00.9"N 9°21'05.3"E
  • Durata: 06:05
  • Quota: 1239 mt
  • Dislivello: 1230 mt
  • Distanza: 10 km
  • Tipologia: Ferrata
  • Difficoltà: EEA - D
  • Stagione: Inverno
  • Esposizione: Est
In preparazione per la Cresta Osa, decidiamo di percorrere la Ferrata 30° alla sua sinistra. Partendo da Valmadrera, percorriamo il sentiero "Medioevale" (marcato in verde) fino a raggiungere delle paline con indicazione "Ferrata 30° - 00:10". Giunti, dopo una ripida salita, ai piedi della ferrata, ci prepariamo a dovere (a differenza di un anziano signore che ha progredito senza casco e senza utilizzare il kit per ferrata) e iniziamo la molto e bella ma esposta ferrata. Ricca di appigli naturali e soprattutto artificiali, questo itinerario adrenalinico diventa quasi alla portata di tutti. Sono necessari testa e coraggio, ma la mancata esperienza può essere colmata dai numerosi pedalini e maniglioni. Superate le due ferrate divise da un brevissimo tratto di sentiero, incominciamo a percorrere un sentiero inclinato che diventa man mano una piccola cresta. Percorrendola tutta, con a metà pure un piccolo sentiero attrezzato che non richiede più l'utilizzo di dispositivi di protezione, giungiamo alla base del Corno Orientale. Anche quest'ultimo tratto è un sentiero attrezzato, ma essendo molto esposto consiglio l'adempimento del kit di ferrata per una questione di sicurezza più che di difficoltà. Arrivati alla croce godiamo di uno splendido panorama: il Corno Centrale, con al di sotto il rifugio S.E.V, davanti a noi; il Moregallo, la Grignetta, il Grignone e il Resegone alla nostra destra; il Corno Birone e il Monte Prasanto alla nostra sinistra e, infine, il Barro e Valmadrera alle nostre spalle. Dopo aver preso il sole (e probabilmente anche un insolazione) e aver pranzato, iniziamo la discesa fino all'Acqua del Fò. Qui, un po indecisi se scendere direttamente a Valmadrera o meno, decidiamo di allungare il percorso per guardare (sempre sotto consiglio del Patta) il Sasso Malascarpa. Percorrendo una nuova salita per la Riserva Naturale ricca di fossili e cartelli che documentano la storia di quel posto durante il Giurassico, giungiamo ad un'altra piccola cresta che guarda verso l'enorme antenna radio, preceduta dal famoso Sasso Malascarpa, una formazione rocciosa particolare, da cui prende il nome la riserva (se non si dovesse capire dai mille cartelli che lo evidenziano per tutto il percorso). Proseguendo sotto di esso e dopo aver perso le tracce del sentiero senza capire come, ci ricongiungiamo ad esso e proseguiamo con tranquillità verso San Tommaso. Superata questa splendida località, giungiamo nuovamente al parcheggio dove avevamo lasciato l'auto, concludendo il (a nostra impressione) lunghissimo giro. 

  • Kit ferrata
  • Casco
  • Imbrago
  • Crema solare
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